martedì 7 aprile 2009

Terremoto Abruzzo: inoltro appello Bocconi

Cari Alumni,
il messaggio che state leggendo vi giunge in un momento di profonda tristezza per la tragedia che ha colpito le popolazioni della provincia de L'Aquila. L'Italia tutta si è mobilitata in una corsa verso la solidarietà. Oggi vi scrivo per chiedervi di unirvi a noi in questa corsa.

La Bocconi trae la sua forza nell'essere una comunità e per questo vi invito a unirvi al nostro ateneo nell'esprimere il cordoglio e la solidarietà agli amici abruzzesi versando un contributo al Fondo Università Emergenza Terremoto (IBAN: IT 80 V 03226 03203 000500074995) istituito dalla Crui, la Conferenza dei rettori.Sono sicuro che anche in questa triste occasione la comunità bocconiana, noi tutti insieme, raccoglieremo questo appello offrendo concreto appoggio.

A tutti un caloroso ringraziamento.

Bruno Pavesi
Consigliere Delegato
Università Bocconi

Terremoto Abruzzo: appello de LA VOCE

Riteniamo utile diffondere il seguente appello che condividiamo in toto:
Accorpare le scadenze elettorali ed utilizzare i circa 200 ml risparmiati per le vittime del terremoto.

NEWSLETTER - 7 aprile 2009
La redazione de lavoce.info partecipa al dramma della popolazione colpita dal terremoto e al lutto di chi ha perso i propri affetti, i parenti, gli amici. Le calamità naturali richiedono la mobilitazione tempestiva di ingenti risorse per i primi soccorsi e per la ricostruzione. Il Governo, sino a questo momento, ha stanziato 30 milioni di euro. Una goccia nel mare. In questi tempi di crisi è difficile reperire risorse. Facciamo nostra una proposta che ci arriva da un gruppo di lettori che vivono all'estero: chiediamo che il Governo non esiti nel raggruppare le tre scadenze elettorali di giugno stanziando subito per le aree disastrate i risparmi derivanti dal loro accorpamento in un unico election day. Si tratta, secondo il ministro Maroni, di 172 milioni di euro (la nostra stima, analoga, aggiunge 200 milioni di costi indiretti sostenuti dalle famiglie). Siamo certi che tutti gli italiani apprezzeranno l’uso di queste risorse e potranno essere incoraggiati dallo stesso Governo e dai media a devolvere allo scopo quanto risparmieranno personalmente con l'election day.Ricordiamo che per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976) lo Stato spese una cifra pari a 10 miliardi di euro, per quella dell’Irpinia (1980) 32 miliardi, per quella in Umbria e Marche (1997) 4 miliardi.Alla luce di questa catastrofe, in cui edifici recenti sono crollati come castelli di carte, è fondamentale rivedere il "piano casa": questo riduce i controlli formali ex ante e non rivede affatto il sistema dei controlli sulle opere in costruzione e completate. Alle Regioni il compito, nel recepire il piano di tenere alta la guardia sul rispetto dei requisiti antisismici, imponendo controlli sui cantieri e ad opere completate.